Diciamo la verità, quando affrontiamo l’arredamento di casa, la cucina occupa la maggior parte delle nostre attenzioni (e del budget); ed è anche giusto dato che è l’ambiente dove trascorriamo la maggior parte del tempo “casalingo”. Lavoro da anni nel settore dell’arredo e ho avuto modo di conoscere diverse marche, ma ancor oggi sento commenti erronei sulla valutazione del prodotto: non sempre il prezzo alto fa equazione con qualità.
Allora, quale e come dev’essere una cucina di qualità, e da cosa lo possiamo capire?
La prima impressione è data dall’anta – laccata lucida, opaca, in legno, in laminato o bugnata -, questa caratterizza l’aspetto, ma è l’elemento meno indicativo per una valutazione qualitativa. Le aziende infatti si rincorrono nell’aspetto, le più famose giungono prima – o dettano loro le linee – a nuove soluzioni estetiche perché possono investire in ricerca e sviluppo, ma via via anche le minori si travestono da “star”.
In realtà il cuore della cucina, quello cui si deve guardare per “leggerne” la qualità, è la struttura. La cassa è realizzata con pannelli di fibre di legno (correntemente detto truciolato), assemblati a formare una “scatola”. E qui apriamo una obbligata parentesi per sfatare un primo mito: truciolato non è necessariamente sinonimo di bassa qualità anzi, se fatto con particelle di buon legno, è spesso meglio di un massello economico molto nodoso. Se la ferramenta non trova una massa compatta su cui fare presa, è facile che nel tempo si “spanino” i fori delle viti.
Torniamo dunque alla nostra “scatola” che , come avrete modo di constatare in negozio, non ha coperchio quindi tende ad aprirsi. Per questo le cucine che durano molto hanno le catene, ovvero assi di massello o, le migliori, in metallo che legano i fianchi per garantire la resistenza ai pesi e alle sollecitazioni che inevitabilmente subiscono nell’uso quotidiano.
Accennavo prima alla ferramenta, vero vanto dei venditori, ovvero i meccanismi che fanno “muovere” la cucina, dalla semplice cerniera per la battente al pistone per il saliscendi, sono loro che lavorano milioni di volte nella vita di una cucina. Ormai quasi tutte le marche hanno le guide dei cassetti Bloom di serie, alcune anche per le battenti. Se ci fosse invece da pagare un sovrapprezzo, consiglio di fare questo piccolo sforzo economico perché evitare le “sbattute” di sportelli è un sollievo e non solo per le orecchie!
Ma allora, le ante non dicono proprio nulla?
Certo che hanno la loro rilevanza, per questo la scelta deve essere ben ponderata.
Un classico senza tempo è il bianco laccato lucido. Come tutti i laccati andrebbe scelto su marchi buoni (quindi più dispendiosi) che sta a significare più passaggi di vernice per creare uno strato resistente che non si righi o al primo colpo di spugna… Anche perché il lucido non perdona e tutte le imperfezioni vengono evidenziate.
Discorso simile per il legno (o meglio impiallacciato). Ricordiamoci che è una materia “viva” e come tale soffre il caldo il freddo, l’umidità e va pulito solo con i detergenti appositi. Siamo d’accordo che il calore della venatura è bellissimo, ma – consiglio personale- deve essere vero: sono pochi i laminati che riescono a riprodurre un bel legno.
Invece se apprezzate i colori, questi sono forse la soluzione migliore (e più economica) soprattutto adesso che tra vernici polimeriche lucide, bilaminati, bordature post forming (ovvero bordo arrotondato ) si trovano bellissime soluzioni che sfidano il laccato. Sono più resistenti ai graffi e si possono lavare con un generico detersivo. Attenzione solo a non annegarli nel liquido, si tratta pur sempre di carte resinat
In conclusione, se avete la possibilità di spendere, seguite pure il vostro gusto e l’estetica, ma se avete un budget limitato consiglio un buon marchio, ma un’estetica povera… Il minimalismo è anche di moda! Scegliete la cucina giusta per voi!