Esistono diversi modi per attivare un contratto di fornitura di elettricità o gas. Che si passi tramite un call center o che si preferisca la modalità ”self service” tramite sito internet, le informazioni richieste per l’attivazione e i documenti sono sempre gli stessi. L’adesione a un’offerta in seguito alla telefonata ricevuta o alla visita degli agenti commerciali è il caso in cui è necessario prestare la massima attenzione. Bisogna prendersi tutto il tempo necessario per non essere presi alla sprovvista, in modo da confrontare le offerte di luce e gas per trovare quella più conveniente.
Chi deve presentare la pratica
Gli interessati a cambiare contratti di fornitura elettrica o ad attivarne di nuovi.
A chi rivolgersi
Dopo aver valutato le diverse offerte sul mercato, è possibile attivare i contratti tramite sito internet o modulistica cartacea del gestore scelto.
Cosa serve
Dipende dal tipo di attivazione. Se gli inquilini precedenti non hanno disdetto il contratto, bisognerà cambiare il nome dell’intestatario della bolletta e fare una voltura. Se invece i contatori sono disattivati e non ci sono luce e gas, si procederà a un subentro per attivare una nuova fornitura. Per l’attivazione di un contratto è sempre necessario un documento, come la carta d’identità, dell’intestatario della fornitura. Bisogna quindi fornire un recapito telefonico o email, il numero della carta d’identità e un indirizzo per l’invio delle fatture e delle comunicazioni. Vengono inoltre richieste le caratteristiche della fornitura, identificabili sull’ultima bolletta: il codice che identifica il cosiddetto ”punto di fornitura”, per i contratti luce (Pod) si trova nella prima pagina della bolletta mentre per i contratti gas (Pdr, punto di riconsegna) è reperibile nella prima pagina della bolletta. Nel caso di contratti di energia elettrica, sarà necessario indicare la potenza del contatore nel momento in cui si effettua il contratto. L’informazione è reperibile nella prima pagina dell’ultima bolletta, nella sezione ”Dati della fornitura”, alla voce ”Potenza contrattualmente impegnata”. È richiesto, quindi, di indicare se la fornitura riguarda un’abitazione di residenza o no. Nel caso dei contratti gas è necessario specificare la matricola del contatore (reperibile sull’ultima bolletta) e la tipologia di utilizzo.
Scadenze e tempistiche
Il tempo tecnico minimo per una voltura è pari a 4 giorni lavorativi dalla richiesta del cliente, come stabilito dall’Autorità. In caso di subentro il distributore provvederà all’attivazione entro 10 giorni lavorativi dal giorno in cui ha ricevuto la richiesta dal venditore.
Costi
Il recesso non deve essere soggetto ad alcun vincolo, deve avvenire a costo zero e il preavviso non deve mai essere superiore a un mese. Per quanto riguarda la voltura, clienti che sono ancora nel mercato regolato dall’Autorità per l’energia dovranno pagare al venditore:
-un contributo fisso di 27,03 euro per oneri amministrativi (che vengono richiesti a favore del distributore, cioè l’azienda che si occupa della lettura e della manutenzione del contatore)
-un ulteriore contributo fisso di 23 euro
-l’imposta di bollo (16 euro) sul nuovo contratto come previsto dalla normativa fiscale.
Poiché si sta attivando un nuovo contratto, al momento della conclusione di quello precedente il venditore chiederà un deposito cauzionale. Questo deposito, però, non può essere addebitato a chi richiede la domiciliazione bancaria o su carta di credito della bolletta. I clienti che sottoscrivono un’offerta nel mercato libero, procedura obbligatoria dal luglio 2020, devono pagare al venditore:
-un contributo fisso di 27,03 euro per oneri amministrativi (che vengono richiesti a favore del distributore)
-eventuali oneri aggiuntivi specificati nei singoli contratti;
L’esercente può comunque richiedere al cliente, al momento della conclusione del contratto, un deposito cauzionale o altra garanzia, come indicato nei singoli contratti e, nei casi previsti dalla normativa fiscale, il pagamento dell’imposta di bollo (16 euro). Per la fornitura di gas non esiste una regola precisa dettata dall’Autorità, ma bisognerà consultare il sito del distributore. Se si parla di un subentro, per quanto riguarda l’energia elettrica, i clienti che sono ancora nel mercato regolato dall’Autorità (maggior tutela) dovranno pagare al venditore
-un contributo fisso pari a 27,03 euro per oneri amministrativi (che vengono richiesti a favore del distributore)
-un ulteriore contributo fisso pari a 23 euro
-l’imposta di bollo sul nuovo contratto, pari a 16 euro.
Per il deposito cauzionale, valgono le considerazioni già fatte per la voltura. I clienti che sottoscrivono un’offerta nel mercato libero, procedura obbligatoria dal luglio 2020, devono pagare al venditore:
-un contributo fisso pari a 27,03 euro per oneri amministrativi (che vengono richiesti a favore del distributore)
-un eventuale addebito dei costi per la prestazione commerciale come indicato nei singoli contratti.
Per la fornitura di gas non c’è distinzione tra mercato regolato e libero. Quello che conta è il tipo di contatore installato. Verranno addebitati 30 euro nel caso dei contatori di classe G6 e 45 euro per le classi superiori. La classe del contatore è indicata sull’apparecchio, ma generalmente i contatori presenti presso i clienti domestici sono di classe G6. La somma va pagata al distributore. Se in caso di subentro ci si trova di fronte alla necessità di dover attivare un nuovo contratto, in caso di voltura meglio chiedersi se l’offerta luce e gas attivata dagli inquilini precedenti sia davvero conveniente.